Come è possibile che una piccola, isolata, sottosviluppata regione dell’Italia arrivi a contare più di 100 teatri? Molti di questi sono autentici gioielli architettonici, ancora attivi al giorno d’oggi. Cosa spinse la maggior parte delle piccole città e dei paesi di questa regione a voler richiedere  – e costruire – un proprio teatro? Il premiato architetto e professore scozzese Ian Arnott ha scoperto le Marche, una piccola regione di grande fascino e bellezza, 100 miglia per 50, meno conosciuta rispetto al resto dell’Italia, che, nel Diciottesimo secolo, con una popolazione al di sotto del milione, vantava ben 113 teatri funzionanti. Questa eredità è veramente unica e, a quanto pare, poco conosciuta al di fuori delle Marche. Ma perché e come è potuto accadere? Perché i teatri? Come si adoperarono per costruirli?

Ian Arnott ha ricevuto il Premio Sir William Gillies dalla Royal Scottish Academy of Art and Architetture (RSA) per queste ricerche che presenta nel suo affascinante e piacevole libro “The Hidden Theatres of the Marche” (I teatri nascosti delle Marche). Egli esamina le origini del boom dei teatri marchigiani e analizza l’importanza storica, sociale e architettonica di questa eccezionale eredità teatrale, dal Rinascimento al Diciannovesimo Secolo, approfondendo i fattori che hanno portato all’esplosione di teatri costruiti in una regione relativamente isolata dell’Italia. Joseph Farrell, Professore Emerito dell’Università di Strathclyde ed eminente conoscitore del teatro italiano, ha curato la prefazione del libro.

La curiosità ha guidato Ian alla scoperta dell’ eredità unica che appartiene alle Marche, e ha permesso la realizzazione di questo libro. Egli scrive: “The Hidden Theatres of the Marche” tenta di svelare una qualche interpretazione rispetto a un meraviglioso fenomeno e, così facendo, fa che la preziosa eredità teatrale delle Marche sia conosciuta un po’ meglio.”

“Se il valore e l’originalità dell’opera di Arnott risiedono nel suo approccio di ricerca dettagliato, il suo fascino deriva dall’ evidente entusiasmo dell’autore e dall’abilità con cui egli riesce a trasmetterlo.”
(dalla prefazione di Joseph Farrell)

Traduzione a cura della sottoscritta.
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I teatri nascosti delle Marche
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