La “prima tempesta esistenziale” a cui va incontro Emily, ancora ragazzina, ha come sfondo l’istituto scolastico. Emily frequenta dapprima la Amherst Academy  – che annovera fra i fondatori anche suo nonno paterno – poi si iscrive al seminario femminile di Mount Holyoke, dove il suo carattere ribelle e anticonformista si scontra in modo drammatico con un ambiente fortemente bigotto e conservatore.

Emily fatica molto a relazionarsi con le altre compagne e sente sempre più il bisogno di estraniarsi dal mondo che la circonda. Inoltre, è proprio in questa scuola che compie il suo primo gesto “eretico”; infatti, con irriducibile fierezza, rifiuta di dichiararsi pubblicamente “cristiana”. Questa esperienza segnerà il suo graduale allontanamento dalla religione professata dalla sua famiglia ma – anche se in seguito scriverà: “Io non sono che una pagana” – la dottrina cristiana con cui è stata cresciuta rimarrà sempre impressa nella sua vita come nella sua poesia.

A diciotto anni, comunque, il padre decide di ritirare la figlia dall’istituto di Mount Holyoke (anche in seguito ad una malattia agli occhi, probabilmente di origine psicosomatica, di cui Emily soffrirà più volte nell’arco della sua vita).

L’abbandono scolastico però non impedisce ad Emily di formarsi una intensa cultura sia letteraria che scientifica da autodidatta grazie ai suoi “tutori” che la orienteranno nelle letture: Benjamin Newton, assistente legale nello studio del padre, e il reverendo Charles Wadsworth (nella foto), di cui Emily si innamora….

…Un amore impossibile, purtroppo, perché lui è sposato.

Con i suoi tutori la poetessa stringe un forte e duraturo legame epistolare.  Scrivere lettere è per Emily un’attività fondamentale – vitale – quanto la stessa poesia, perché le permette di mantenere i contatti con il mondo e le sue lettere hanno spesso valenza poetica.(“Una lettera è una gioia terrena negata agli dei” scrive ad un suo interlocutore.)

Agli studi e alla scrittura, si accompagnano le sue letture preferite (John Keats, Elizabeth Barrett Browing, William Shakespeare…), e le passeggiate in collina e nei boschi, che la vedono spesso accanto al suo amato cane, il terranova Carlo. (Emily chiama il suo cane come il pointer di Mr Rochester in “Jane Eyre”, il romanzo di Charlotte Bronte che è fra i suoi preferiti.)

Inoltre Emily ama prendersi cura del suo giardino di cui conosce tutte le piante tanto che completa un minuzioso erbario tuttora conservato nel Museo della sua casa.

A queste sue passioni si accompagna però una crescente insofferenza verso la mentalità puritana che domina la vita ad Amherst e spesso Emily si prende gioco delle persone con osservazioni ironiche…al limite dell’impertinenza!.

Per comprendere meglio il suo carattere beffardo e sarcastico basta leggere cosa scrive in una sua lettera:

Quanto al mio «scansare uomini e donne» – parlano di cose sacre a voce alta-  e infastidiscono il mio cane – Lui e io non abbiamo nulla contro di loro, purché stiano nelle loro case.”

(Fine della seconda parte)

Nella foto in basso: la copertina del libro per ragazzi ispirato alle avventure di Emily con il suo cane Carlo. Il libro porta la firma della scrittrice Marty Rhodes Figley ed è illustrato da Catherine Stock.

 

Cercando Emily Dickinson (Part 2)… l’educazione e le passioni