“Ogni corpo è un essere vivente.
Ogni poesia è femmina”.
Hamda Khamis
In questo periodo, fra i vari libri che sto leggendo, spicca la bellissima antologia femminile “Non ho peccato abbastanza” edita da Mondadori, che raccoglie le liriche di alcune fra le più straordinarie (e coraggiose!) poetesse arabe contemporanee.
Versi duri e implacabili ci narrano quotidiani scenari di guerra e si alternano a riflessioni esistenziali comuni ad ogni essere vivente. Il dolore, la rabbia, il sacrificio, la speranza che mai muore…l’amore, che ha sempre una connotazione mistica e molto sensuale.
C’è il desiderio di riappropriarsi del proprio corpo per viverlo nelle sue sensazioni più autentiche, a dispetto di una realtà fortemente oppressiva.
C’è l’urgenza di rompere con il passato e le sue regole costrittive, e nello stesso tempo traspare la volontà di ritornare alla sorgente del “femminino”… alla natura selvaggia delle cose che, dentro di noi, esige le sue rivelazioni.
L’emancipazione femminile è ancora molto combattuta in quei paesi, dove le donne devono lottare quotidianamente, spesso a rischio della propria vita, per conquistare i nostri stessi diritti, ma sicuramente non è impossibile. Molto dipende anche dalla volontà di noi occidentali di non rimanere sordi a queste difficili realtà che, volenti o nolenti, ci riguardano tutti. Uomini e donne. Nessuno escluso.
Leggere e fare proprie queste poesie, secondo me, è un modo bellissimo per non farle sentire sole, per dir loro “siamo con voi” , e per rendere un degno tributo ad un universo femminile che ha ancora tante ricchezze da esprimere e da donare al nostro mondo. La loro libertà è anche la nostra!
Poetesse arabe contemporanee