NOSTALGIE FUNAMBOLE

Neftasia

Le poesie di Luisa Ferretti, che già in altre occasioni si è misurata con la scrittura, portano il segno del suo misurarsi con la sofferenza senza scendere nella cupezza, ma restando leggera, distaccata. In bilico, sulla dorsale, sul filo. Da funambola. Rimane l’anelito all’eterno, all’incontro con l’universale e il Dio che il tutto contiene e dove il tutto si ricompone; e in questa attesa la poesia, i miti, gli anfratti fisici e mentali, aiutano a sopportare la realtà e a ingannarla, perché la realtà e gli uomini sono spesso crudeli, e struggente affiora nel cuore e nella memoria la nostalgia di un’innocenza perduta, di amori sfuggiti, di attese disattese. (…)

Dalla postfazione a cura di Ivana Jachetti

Il libro è arricchito dai disegni originali di Linda Luchetti

Il quadro in copertina “Un uomo solo, solo, un albero rosso rosso” è di Maurizio Senatore

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E’ una poesia semplice, la tua. Eppure colma di sentimento e autenticità. Scrivi per un valore esistenziale che ti conduce, come dovessi seguire la rotta del vento. Il vento ti guida, e tu, dentro il tuo consapevole sentire, te ne vai in giro inseguendo la purezza del  vivere. Vivere come sinonimo di specchiatezza, quindi. Il verso è gentile, bambinesco nell’accezione più alta del termine, perché traspare ciò che sei, come in un’acqua dalla quale scorgi il fondo. I  bambini hanno un cuore: speriamo che non siano rimasti gli unici.

Alessandro Moscè, poeta e critico letterario