Libertà clandestina

Oh, mia pupilla non illusa, muto
grido di violenza luminosa
che fendi l’immutabile procedere
del tempo!
Sai quale potere bruci
passi e speranze, e sai che nella vana
ressa non resta all’uomo che un’amara
libertà clandestina.

Plinio Acquabona (1913-2002)

“Scrittura, tu sarai la mia donna”. Riprende il bellissimo verso di una sua lirica il convegno che la città di Ancona ha dedicato recentemente al grande poeta anconitano Plinio Acquabona, in occasione del centenario della sua nascita. Per un’amante della letteratura, nonché  “aspirante scribacchina”, (come si definisce la sottoscritta) poter leggere le poesie di un poeta è già di per sé un dono speciale, ma conoscerlo di persona è una grazia tutta particolare che “illumina il sentiero”, anche a distanza di anni…

Plinio Acquabona fu un autore originale, multiforme, profondamente innamorato della scrittura intesa come ricerca spirituale, senso ultimo dell’esistenza. Attraverso la sua vastissima opera, egli indagò nello smarrimento dell’uomo “relativo”, prigioniero del dubbio e incapace di aprirsi a verità assolute, al quale contrappose la certezza cristiana della redenzione divina. “Il mio mondo – spiegò più volte Acquabona – non è quello della realtà opinabile all’infinito, ma quello dell’Assoluto”.

I personaggi del suo Teatro dell’Assoluto non credono infatti al potere salvifico della politica e della storia, ma a quello della fede religiosa. Tra le sue numerosissime opere ricordiamo il dramma “Daccapo”, Premio Ugo Betti 1963, “L’invenzione della Croce”, Premio Pro Civitate Christiana, “La Dimensione”, “Il Multiplo”, “I ventriloqui”.

Acquabona si dedicò anche alla narrativa. Scrisse il romanzo “Come la luce immobile dovunque” edito da Garzanti, e pubblicò una decina di libri di poesia, tra cui “Il punto solidale” edito da La Locusta.

Altro testo fondamentale: “La presenza invisibile”, introdotto da Marcello Verdenelli, che include una piccola “sintesi” dell’estetica proposta da Acquabona.

La sua ultima pubblicazione “Piccola suite per due orizzonti”, risalente al 2000, contiene 28 poesie e prefazioni di numerosi critici letterari.

Acquabona fu inoltre un instancabile operatore culturale volto a sondare il territorio delle Marche (sua la prima perlustrazione critica  della poesia marchigiana: si ricordino le “Dieci condizioni poetiche” stampate da Bucciarelli e la “scoperta” di Franco Scataglini che introdusse con una prefazione della sua prima opera “E per un frutto piace tutto un orto”).

Il convegno – che è stato patrocinato da Comune di Ancona, Provincia di Ancona, Prefettura di Ancona, Assemblea Legislativa delle Marche, Irlesoma, Accademia marchigiana di scienze lettere e arti, Università di Macerata e Urbino – ha registrato la partecipazione di un nutrito gruppo di intellettuali, scrittori, poeti, critici, filosofi e storici quali Paolo Valesio, Giuseppe Farinelli, Carla Carotenuto, Giancarlo Galeazzi, Fabio Serpilli, Fabio Ciceroni, Alfredo Luzi, Giorgio Luzzi, Gastone Mosci, Francesco Acquabona.

Un doveroso omaggio ad un poeta illustre, alla sua scrittura illuminata e illuminante, in un mondo sempre più popolato da ombre…e bisognoso di poesia.


N
ella foto: Il poeta Plinio Acquabona al lavoro. Ricordo le tante volte che lo andai a trovare, restando a parlare con lui, leggendo i suoi scritti insieme, in quella stessa sala…

Ricordando il poeta Plinio Acquabona

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